STRANDAGALDUR
E’ questo il nome del piccolo museo della stregoneria che si trova a Holmavik a nord dell’Islanda, dove sono stata nel 2016 in viaggio di nozze.
Ho stressato Simone a sufficienza per decidere di andare in questo remoto paese di quasi 400 abitanti, fuori dal giro classico del “ring”, ma il richiamo di incantesimi e pozioni era troppo forte. La visita è stata interessantissima!

Ho chiesto alle guide di darmi una carta che rappresentasse questo articolo e coincidenza è uscito l’Asso di Spade. L’Islanda è infatti una terra magica, chiamata appunto del ghiaccio e del fuoco, dove le forze in gioco sono grandi e potenti e dove si sono combattute battaglie per la colonizzazione del territorio (i Vichinghi non scherzavano!!!).
Visto il mutevole paesaggio, non è stato difficile capire perché sia considerato un luogo fantastico dove elfi, gnomi e folletti dialogano costantemente con uomini e animali (soprattutto pecore).

UN BREVE CENNO STORICO
Fino all’anno 1000 gli islandesi erano pagani, perché così era stato loro trasmesso dai popoli germanici e scandinavi. Si veneravano Thor, Freya e Odino. I riti erano fatti sostanzialmente per motivi pratici: si chiedeva a loro di propiziare il raccolto, di fare in modo che le pecore producessero più latte o che il meteo fosse favorevole. Si chiedeva inoltre di venire accolti con i propri cari defunti nel Valhalla (l’aldilà). Nel caso vedetevi un paio di serie di Vikings, giusto per capire come funzionava …
Dopo l’anno mille la religione ufficiale diventò il cristianesimo; per rendere questo passaggio meno doloroso, cercarono in tutti i modi di fondere le due religioni mescolandone credenze e riti.
In realtà iniziarono a farsi la guerra. Dovete inoltre pensare che all’epoca la vita era durissima (in Islanda fa freddo!!!) e solo i più ricchi vivevano in case di pietra, quindi difendersi non era semplice (oltre al fatto che in Islanda ci sono pochissimi alberi).
CHI PRATICAVA LA STREGONERIA?
Gli uomini! Già, gli stregoni erano tutti uomini. Le donne infatti iniziarono a praticare la stregoneria solo più avanti, dopo il XVII secolo.
Erano loro che possedevano i grimori o i black books (i libri magici) e che sapevano come eseguire gli incantesimi. Il problema fu che i cristiani iniziarono a dar loro la caccia e per questo dovettero scappare. Chi infatti veniva beccato con formule magiche, amuleti o pozioni veniva condannato a morte come praticante di magia nera.
Per questo la maggior parte degli stregoni scappò ad Holmavik e si narra che proprio dove sorge il museo venne compiuta una delle stragi più potenti.

IL MUSEO
L’edificio è piuttosto piccolo ma contiene una serie di importanti testimonianze alcune delle quali sono veramente macabre.
Gli islandesi utilizzavano quello che offriva il luogo per realizzare i loro riti, quindi lana di pecora, legno, parti di animale o addirittura di uomo.
Vi erano formule molto complicate che prevedevano lunghi tempi di preparazione. Vi risparmio il metodo per realizzarli, che è davvero raccapricciante, ma tra i più famosi vi era la creazione dei Tilberi, o Snakkur, creature soprannaturali usate per rubare il latte oppure dei Nabrok, pantaloni di pelle umana fatti per ottenere denaro in modo continuativo (la sacchetta da cui si prendevano i soldi era fatta con la pelle dello scroto del morto, tanto per intenderci). Vi è anche la formula per resuscitare un morto.
Altri sortilegi erano più “mondani” come quello per aprire i lucchetti, per fare in modo di conquistare una ragazza, propiziare la pesca o per diventare invisibili.
Il simbolo che ho acquistato e che vedete nella prima immagine è ovviamente un antico sigillo magico chiamato The Helm of Ægir.
Si dice offra potenza e protezione contro il male in generale, la rabbia e l’abuso di potere da parte dei capi principali. E’ accompagnata dai seguenti versi: “respingo l’odio dei miei nemici e la furia degli uomini ricchi e potenti.”
Sotto le prossime foto trovate la descrizione in italiano dei vari simboli e degli incantesimi. Buona lettura.




La foto di sinistra era un simbolo da mettere discretamente sotto la soglia per capire chi era il colpevole; se la persona esitava o tornava indietro lo era, altrimenti no.
L’altra è una pietra magnetica per scoprire chi ti ha rubato qualcosa. I nomi dei sospettati venivano scritti su un foglio e la pietra veniva messa sotto il foglio. La pietra sarebbe andata sul nome del ladro. Un altro modo era di macinare la pietra e mescolarla con un impasto crudo e il vino della comunione, dopodiché si faceva bere questo ai sospettati. Quello che si soffocava era il ladro.


Sono stata affascinata dalla visita di questo museo e spero un giorno di ritornarci; ci sono ancora molti posti che voglio vedere in questa terra magica piena di leggende e storie fantastiche. Magari ne parlerò in altri articoli più avanti.
Lasciatemi le vostre impressioni nei commenti, mi fa piacere riceverle. Scrivetemi anche se siete a conoscenza di qualche sortilegio particolare o se anche voi siete stati in Islanda.
Un appunto: le foto sono state tutte scattate da me e Simone e sono di nostra proprietà, eccetto quella della mappa. Se avete bisogno di utilizzarle abbiate la cortesia di contattarmi. Grazie